giovedì 3 ottobre 2013

Comunismo comunitario

  
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Si consenta a chi scrive di non aprire il complesso e appassionante discorso relativo al comunismo e alla comunità con una citazione di Marx, di Engels o di Preve, ma, più modestamente, con un’autocitazione.
L’attacco ai legami di tipo comunitario e la contemporanea e capillare diffusione dell’individualismo utilitaristico non rappresentano “vezzi” puramente ideologici degli intellettuali al servizio dei dominanti, ma corrispondono ad un’esigenza molto concreta del nuovo potere, perché la stessa lotta di classe novecentesca, che ha assunto rilevanti aspetti culturali  oltre che economico-ridistributivi, è stata resa possibile dalla presenza di vincoli comunitari e solidaristici fra i subalterni, vincoli che alla fine del novecento, in occidente, hanno iniziato rapidamente a dissolversi.
Ogni lotta di classe ha avuto come presupposto, e l’avrà anche in futuro, l’esistenza di tali vincoli e non può prescindere dall’affermarsi di aspetti comunitari. Banalmente, la nascita di mutue e cooperative va vista in questa ottica e nella prospettiva del confronto sociale fra le classi, ed è significativo che in questi tempi, in cui la lotta di classe decisamente langue, le cooperative si sono trasformate in centri di business più o meno grandi, più o meno influenti nel panorama politico-economico, con qualche significativo vantaggio fiscale. Senza tali vincoli e il loro rinsaldarsi, non sarebbero state possibili le lotte emancipative che hanno riguardato il lavoro, negli spazi economico-sociali e culturali dominati dal capitalismo.

Segue:  http://www.comunismoecomunita.org/?p=3834

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