La difesa dei
lavoratori italiana passa per la difesa della Siria e del legittimo governo di
Assad: intervista al compagno Uuday Ramadan
(a cura di Stefano Zecchinelli)
Nota introduttiva: Ouday Ramadan (detto Soso) è un compagno impegnato, ormai da moltissimo
tempo, a contrastare le menzogne imperialistiche contro la Siria e i movimenti
anti-imperialisti nell’area Medio Orientale. Inizialmente è stato un oppositore
di sinistra al governo Assad, tanto che dovette uscire dalla Siria nel 1983.
Ha militato nel Partito
comunista libanese e ha partecipato alla lotta armata in Libano. Dal 1986 è in
Italia, dove ha aderito, negli ultimi anni, al Partito dei comunisti italiani.
Rientrato in Siria nel 1994, si è
impegnato a difendere il governo del Ba’th dalle menzogne dei media di regime,
nonostante non si consideri baasista.
Nel novembre scorso è stato in Siria
e, come giornalista operativo sul posto, ha svolto una importante attività di informazione vera rispetto alla vergognosa
disinformazione dei giornalisti occidentali.
E’ stato, insieme ad altri compagni,
il principale promotore della manifestazione del 16 giugno a Roma ed ora della
manifestazione del 14 luglio a Milano.
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1. D: Come prima domanda le chiederei di
inquadrarmi, da un punto di vista storico e geo-politico, il ruolo della Siria
nell’area Medio Orientale. Le chiederei di soffermarsi, in modo particolare,
sul sostegno che il Ba’th siriano ha dato (e dà) alle resistenze
anti-imperialistiche (libanese, palestinese ed irakena) ?
R: La Siria
geograficamente è situata nell’area Medio Orientale e confina con la Palestina
occupata; la Palestina occupata deve essere considerata come il termometro
della libertà e della giustizia sociale.
Con l’arrivo
al potere del generale Assad, attraverso il suo colpo di stato bianco, c’è
stata la statalizzazione dell’economia siriana, persino gli alberghi sono stati
statalizzati.
La Siria ha marcato e
sottolineato quale sarebbe stata la sua condotta politica: in primis il totale
appoggio alla causa palestinese, la riforma della società siriana attraverso le
politiche sociali, il Ba’th ha combattuto l’analfabetismo e ha militarizzato la
popolazione.
Nel
1974-1975 scoppiava la guerra civile in Libano e l’esercito siriano entrò nel
territorio libanese su richiesta del presidente Sulaymān Farangiyye.
Il
Libano era chiamato la Svizzera del Medio Oriente essendo un paese molto
difficile da governare, per il numero di diverse etnie che convivevano in quel
territorio. Dopo la cacciata dalla Giordania, Arafat cercò di creare in Libano
uno stato palestinese.
La
Siria, con il suo interveto, fermò il massacro dei cristiani e rimase in Libano
fino al 2005.
A
Beirut nell’ ’82 sono morti seimila soldati siriani mentre l’OLP aveva dato
l’ordine della ritirata.
Arafat
venne trasferito in Tunisia nel 1982 e rientrò nel 1984.
La Siria ha sempre appoggiato attivamente la
resistenza palestinese e la resistenza libanese.
Senza
la Siria di Assad quanto tempo sarebbero durati gli Hezbollah ?
Nel
2003 l’ambasciatore Collin Powell consegnò alla Siria una serie di dictat per
riabilitarla: la prima richiesta era la cacciata da Damasco di Hamas, la
cacciata degli Hezbollah e la cacciata dei bathisti irakeni rifugiati in Siria.
Da
precisare che dal 2003 la Siria ha aperto le porte a due milioni di profughi
irakeni e tutt’ora c’è una comunità di un milione e mezzo di profughi irakeni
che vive a Damasco e dintorni (a parità di diritti con i siriani!)
Nel
2006, durante l’aggressione israeliana al Libano, la Siria aprì le porte a un
milione e mezzo di profughi libanesi curando i feriti, seppellendo i morti,
dando vitto ed alloggio ai profughi.
Bashar
Al Assad rispose a Powell ‘’ne prendo atto delle tue richieste però noi
facciamo le cose in cui crediamo’’.
2. D: La Siria è sicuramente un appoggio preziosissimo per la resistenza
palestinese e nell’area svolge un ruolo anti-imperialistico fondamentale. Cosa
ne pensi del cambio di posizioni politiche fatto da Hamas: spostamento della
sede da Damasco ad Ankara (Turchia) ?
R:
Lo spostamento di Hamas è da inquadrare con lo spostamento di rotta della
dirigenza Usa.
Contrariamente
a Bush, Obama che proviene da una famiglia islamica, ha cambiato rotta
introducendo il dialogo con l’Islam padronale.
Una
volta gli Usa erano alleati nel suolo dell’Afghanistan con i fondamentalisti
islamici, oggi non hanno fatto altro che rispolverare le vecchie conoscenze.
La Fratellanza Islamica è stata riciclata e
siccome Hamas è una costola della Fratellanza Islamica ha obbedito alla logica
islamista radicale.
La
tanto decantata Hamas può spiegarci come mai a Gaza non ci sono armi per combattere
il sionismo, ma pullula di droga ed eroina ? Chi impedisce ad Hamas, che
appoggia la guerra di dissanguamento contro il regime siriano, di appoggiare
una guerra simile contro lo Stato israeliano ?
La
Fratellanza Islamica ha detto che il nemico è Israele però oggi il Presidente
dell’Egitto rispetta tutti gli accordi con la Comunità Internazionale in primis
quelli di Camp David.
3. D: Che rapporti ha la Siria con la sinistra palestinese ?
R:
Il Fronte popolare gode di ottimi
rapporti con la Siria mentre il Fronte popolare commando gode di eccellenti
rapporti.
In
Siria vivono circa un milione di profughi palestinesi che hanno gli stessi
diritti dei siriani ed hanno anche un esercito chiamato Esercito della
liberazione della Palestina.
Inoltre,
nel territorio siriano, i combattenti palestinesi svolgono l’addestramento
militare.
4. D: Da comunista che critiche faresti a Bashar Al Assad ? Sono stati
introdotti degli elementi di economia mercatistica nel sistema economico
siriano (che è sempre stato un sistema economico con una fortissima
partecipazione statale) ?
R:
Da comunista mi oppongo all’introduzione di politiche private e quello che
stiamo vedendo oggi in Siria non è altro che la logica conseguenza di ciò.
Critico Bashar Al Assad per aver introdotto le
banche e le scuole private su spinta della borghesia e di aver accettato il
Fondo Monetario Internazionale e tutti i sistemi della socialdemocrazia.
La
cosa peggiore è stata quella di aver inventato il sistema misto
pubblico-privato.
5. D: Dopo aver inquadrato storicamente la questione siriana andiamo al
conflitto in corso. Penso che l’imperialismo occidentale usi sempre la stessa
tattica: negli anni ’80 si affidò, in Nicaragua, a bande armate per
destabilizzare il governo Sandinista (i famosi Contras), e questa operazione
l’ha ripetuta in Jugoslavia, in Irak, Libia ed ora Siria. Gli imperialisti
fanno leva sulle minoranze etnico religiose (come in Irak) o su bande di
mercenari (come in Nicaragua). Che cosa ne pensa ?
R:
Questa è la strategia più conveniente per gli Usa.
Ha
funzionato in Jugoslavia, per il Kosovo, ed in Irak ha avuto comunque successo.
L’impero americano non è altro che la
continuazione di quello inglese: ovunque gli inglesi hanno esteso il loro
dominio c’è sempre stata una lotta per i confini basata sull’odio etnico e
religioso.
6. D: Quali sono i
principali centri di disinformazione all’estero ?
R:
Tutti i mezzi di comunicazione controllati dalle forze imperialistiche:
Arabiya, Al Jazeera, BBC, La Rai, ecc...
7. D: Che cosa significa la Siria per la Russia ? Mi spiego meglio: la
stabilità del governo di Damasco è una chiave per fermare la globalizzazione
unipolare americana ?
R:
La Siria è il confine della
Federazione Russa; caduta la Siria, i russi si troverebbero gli islamici in
casa, oltre ai ceceni.
Tartus
(base russa sul territorio siriano) è l’unico sbocco per i russi nel
mediterraneo.
8. D: Molti analisti pensano che la crisi siriana possa porta ad una terza
guerra mondiale. Quale è la tua posizione a riguardo ?
R:
Sì, la crisi siriana può portare ad una terza guerra mondiale.
La
Siria ha dimostrato di sapersi difendere ma la stupidità dell’imperialismo
potrebbe portare ad una guerra mondiale.
9. D: Il 16 giugno c’è stata a Roma una importante manifestazione in
sostegno del legittimo governo di Bashar Al Assad e la stessa iniziativa ci
sarà a Milano il 14 luglio. Quale è il risultato politico raggiunto con la
manifestazione di Roma e quale risultato politico possiamo raggiungere a
seguito della manifestazione di Milano ?
R:
La manifestazione del 16 giugno è stata un grande successo ed ha dimostrato che
l’Italia non è allineata agli Usa.
Con
la passione, malgrado tutto il boicottaggio, la manifestazione ha avuto un
grande successo.
Il
risultato politico dovrebbe essere un punto di partenza e non di arrivo.
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