giovedì 30 settembre 2010

Comunità, libertà e giustizia 


  di Stefano Moracchi


La libertà è un concetto che ha dato e continua a dare grandi prospettive ideali alle varie correnti e movimenti che operano nella società.
Nel nome della libertà sappiamo che si sono commessi i più grandi delitti, come anche si sono avute le più cocenti delusioni.
La parola libertà è stata invocata dalle più diverse strutture autoritarie, come anche nelle diverse democrazie.
La libertà, quindi, non è appannaggio di una determinata costruzione politica, anche se senza una chiara impostazione di diritti naturali e diritti positivi ( a questo proposito il giusnaturalismo e il giuspositivisimo hanno contribuito all’accrescimento delle tematiche sul concetto di diritto) la stessa libertà diviene arbitraria.
Il problema che vorrei porre è il seguente: la libertà senza sicurezza materiale, senza sostegno economico, senza possibilità di garanzie sociali garantite, può essere possibile?
La libertà invocata dal liberismo, dal neoliberismo, si poggia, sul piano economico, sul famoso laissez- faire. Si suppone che il libero mercato (libero in che senso?) possa trovare al suo interno le capacità di sviluppo e di occupazione che, altrimenti, non sarebbero possibili. In questa visione della società il mercato e la libera impresa possono ciò che lo Stato non potrebbe.

Segue: http://www.comunismoecomunita.org/?p=1633

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