domenica 30 ottobre 2011

 

Gli scenari politici internazionali della crisi sistemica 

 



Intervento di Piero Pagliani  all’assemblea sul debito e sull’euro di Chianciano Terme sabato 22 ottobre.

Piero Pagliani

1. Capitale e Potere: l’origine della crisi 1
2. Politica e finanza: tra storica collaborazione e storico conflitto 4
3. Capitale e Potere: i paradossi politici della loro aggiunzione 8
4. Ipotesi di resistenza all’autocolonizzazione dei Paesi europei 11
Serie economiche 18

1. Capitale e Potere: l’origine della crisi

Poche settimane or sono, in pieno attacco all’euro, “La Repubblica” mentre
da una parte terrorizzava i suoi lettori parlando della caduta nell’abisso delle
borse e persino dell’oro, dall’altra li invitava surrettiziamente ad investire in
titoli a lungo termine del debito pubblico della Germania e degli Stati Uniti,
ultimi rifugi al riparo dalla bufera planetaria.
Ma come? D’accordo la Germania, ma gli Stati Uniti? Il Paese più indebitato
del mondo da che mondo è mondo?
D’acchito la perplessità è d’obbligo. Eppure, per lo meno sul breve periodo
(ma difficilmente sul medio e a maggior ragione sul lungo - e qui sta una
parte del trucco degli imbonitori) i titoli di debito pubblico di questi Paesi
potrebbero veramente essere un affare sicuro.

Fino a quando?

Fino a quando regge la credibilità degli Stati Uniti come superpotenza
dominante sul piano militare, politico e diplomatico mondiale, anche se non
sul piano economico, dato che è dalla fine degli anni Cinquanta del secolo
scorso che gli USA hanno perso questo primato (o, come si diceva una volta,
non sono più l’opificio del mondo). I Paesi dominanti sul piano economico
devono allora essere “contenuti” o associati all’impero come viceré sub
dominanti, come nel caso, per l’appunto, della Germania.
Questa frattura tra il dominio economico e il dominio politico-militare è poco
comprensibile se ci si attiene alla divisione meccanica strutturasovrastruttura.
E’ molto più comprensibile se invece si assume l’ottica leninista dell’analisi dell’intreccio 
tra le contraddizioni sociali e quelle intercapitalistiche.
A quel punto la rinnovata lente analitica ci permette di scoprire un ulteriore
problema: il predominio economico e quello sui mezzi di pagamento mondiali,
entrambi appannaggio della Cina, oltre a non coincidere col predominio
politico-militare non coincidono nemmeno col predominio finanziario. Le
principali piazze finanziarie del mondo rimangono infatti la City di Londra, a
due passi da Downing Street, e Wall Street che sta a quattro ore di macchina
dalla Casa Bianca1. In altri termini la finanza internazionale più che la sirena
dei cosiddetti “fondamentali economici” sembra stare ad ascoltare quella del
potere territoriale. Non è un problema da poco per chi non riesce ad affrancarsi 
da una visione meccanica del rapporto tra la cosiddetta “struttura” e la cosiddetta “sovrastruttura”.

1 Detto incidentalmente, può sembrare un mistero la stessa importanza attuale della City di
Londra, a più di un secolo abbondante da quando la Gran Bretagna perse il titolo di “opificio
del mondo” e a sessant’anni dalla perdita di ogni supremazia territoriale e finanziaria a favore
degli Stati Uniti. Un mistero che non si risolve con gli “zurück zu Marx” e nemmeno con i
ritorni fideistici a Lenin, ma che obbliga a rinnovare gli strumenti analitici. Ovviamente
esistono anche le scorciatoie sciagurate e spesso repellenti che risolvono tutto coi complotti:
della massoneria, degli ebrei, della massoneria giudaica, della massoneria britannica, della
massoneria giudaica britannica, e via intrecciando combinazioni di idiozie che a volte non si
vergognano nemmeno di citare i rettiliani o i Protocolli dei Savi di Sion, per poi dire che è vero
che sono tutte scemenze, per carità di Dio, ma che in fondo in fondo sono segnali di qualcosa
di vero. Ma quel che è peggio è che ci sono persone per bene che ci mettono un po’ troppo a
capire che questi signori bisogna accompagnarli gentilmente alla porta.


Segue: http://www.comunismoecomunita.org/?p=2847

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