lunedì 4 ottobre 2010


"I senza volto" 




di Silvio Rossi

La riflessione che vorrei proporre in questo scritto è collegata ad un’altra riflessione contenuta nel breve saggio di Stefano Moracchi dal titolo : "IL clandestino, lo stato e la violenza ". Alla base del ragionamento di Moracchi c’è il concetto di razionalità efficientista, che risulta essere alla fine il codice di produzione e riproduzione della società e dello stato capitalista. La razionalità efficientista ordina la realtà secondo la modalità del computo, del punteggio e della statistica che oggettualizza i soggetti e le collettività in punteggi e grafici dove, per usare le parole di Moracchi, “ non è difficile comprendere la riduzione del concetto di cittadinanza a mero punteggio.”


La filosofia positivista del nostro tempo regna e orienta inevitabilmente le nostre vite, le nostre scelte, i nostri valori, producendo svariate opinioni e non idee, che avendo un carattere circolare rimangono in un limbo acritico. Quindi tutto ciò che non è calcolabile, ordinabile, positivisticamente efficiente, risulta estraneo, nullo e soprattutto pericoloso. Da questa riflessione Moracchi individua un passaggio importante, cioè il passaggio dall’etica del lavoro (dove chi non accettava l’ordine e l’alienazione del lavoro in fabbrica veniva confinato nei manicomi o nelle galere), all’estetica del consumo dove, scrive Moracchi, “ la disoccupazione non è più un problema per lo stato, ma solo per l’individuo.”
Questo passaggio è senza dubbio la più cristallina certezza del nostro tempo. Quando le persone cessano di essere individui per diventare consumatori, l’orientamento dell’esistenza non è più dato dalla dimensione dei valori, ma dalla capacità di spendere del soggetto. Il soggetto è quindi atomizzato e passivo nei confronti della società politica e dello stato controllati dall’economia. Gli rimane il diritto di voto, che si basa su scelte sempre preordinate dalle elite politiche ed economiche dello stato. La rappresentanza quindi diviene una delega in bianco che svilisce il concetto di democrazia diretta dei cittadini, i quali in definitiva rimangono dei spettatori, agiti e non agenti.

Segue: http://attuazionista.blogspot.com/2010/10/i-senza-volto-di-silvio-rossi.html

Nessun commento:

Posta un commento